L’ultima edizione dello studio di Football Benchmark rivela il nuovo equilibrio economico del calcio italiano ed europeo
Il sorpasso è compiuto. Sarebbe questo il titolo più calzante per l’ultima edizione di “Football clubs’ valuation: The European Elite”, lo studio annuale di Football Benchmark sulle valutazioni d’impresa dei club. Per la prima volta nel decennio di monitoraggio, Milan e Inter superano la Juventus. I rossoneri valgono 1.808 milioni di euro (+26% rispetto al 2024), i nerazzurri 1.715 (+20%), i bianconeri 1.651 (-3%).
Le tre big della Serie A adesso sono tutte raccolte in una forbice tra 1,65 e 1,8 miliardi. Una situazione impensabile solo cinque anni fa, quando la Juventus valeva, in termini di enterprise value, 1,73 miliardi, più di Inter (983) e Milan (526) messe assieme.
LA RIVOLUZIONE DEI VALORI NEL CALCIO ITALIANO
“Il club bianconero ha indubbiamente perso un vantaggio competitivo acquisito fino all’inizio del Covid”, spiega Andrea Sartori, CEO e fondatore di Football Benchmark. “Con l’ingaggio di Ronaldo era entrato in una spirale di costi insostenibili che solo ultimamente si stanno tagliando”.
L’enterprise value esprime il valore complessivo di una società, calcolato attraverso il modello dei multipli del fatturato e corretto in base a cinque parametri: profittabilità, popolarità, potenziale sportivo, gestione diritti tv e stadi di proprietà. Per questa edizione sono stati presi come riferimento i bilanci 2022-23 e 2023-24.
I GIGANTI EUROPEI E L’ASSENZA ITALIANA NELLA TOP 10
Per la prima volta una squadra di calcio ha superato il tetto dei 6 miliardi. È il Real Madrid (6.278 milioni) che, grazie al nuovo Bernabeu, stacca Manchester City (5.104) e United (5.051). Seguono Barcellona, Bayern, Liverpool e Arsenal tra 4,5 e 4 miliardi, quindi PSG, Tottenham e Chelsea tra 3,8 e 3 miliardi.
Nessuna italiana nella top ten (l’ultima volta fu nel 2022, con la Juventus), ma ce ne sono otto tra le prime 32. Dietro alle storiche grandi, cresce parecchio il Napoli che entra nell’esclusivo circolo delle società che valgono almeno un miliardo: 1.097 milioni l’enterprise value degli azzurri. Poi la Roma a quota 665, l’Atalanta a 573, la Lazio a 559 e la new entry Fiorentina a 507.
LA CRESCITA ESPONENZIALE DEL CALCIO COME BUSINESS
Tra il 2016 e il 2025 l’aggregato dei valori d’impresa della top 32 è cresciuto del 146%, da 26,3 a 64,7 miliardi, mentre nello stesso periodo l’indice borsistico Stoxx Europe 50 è salito solo del 47%. È la conferma della fase espansiva dell’industria del pallone, che ha saputo ripartire alla grande dopo il Covid.
“L’introduzione delle regolamentazioni a livello UEFA e di leghe nazionali spingerà sempre di più i club alla profittabilità”, afferma Sartori. “Non ci sono altri settori dove hai una tale imposizione della spesa e degli investimenti. Questo sta portando a una stabilizzazione dei cash flow, che diventano più prevedibili, attirando gli investitori.”
L’ITALIA TRA RITARDI E POTENZIALITÀ
Guardando al trend decennale, tra le società cresciute di più in termini percentuali, dietro a Tottenham (+357% dal 2016) e PSG (+346%), ci sono Inter (+330%) e Milan (+232%). Da segnalare anche il +178% del Napoli, il +140% della Lazio, il +224% della Fiorentina e, solo dal 2021, il +57% dell’Atalanta.
Nell’ultimo decennio, Atalanta e Napoli sono le uniche squadre italiane della top 32 ad aver riportato un risultato aggregato di bilancio positivo, rispettivamente per 183 e 86 milioni. In linea di galleggiamento Fiorentina (-14) e Lazio (-20). Sull’altra estremità Milan (-857), Juventus (-892), Inter (-900) e Roma (-940), sebbene le perdite delle big siano progressivamente diminuite.
“La Serie A continua a scontare un ritardo dall’élite europea”, osserva Sartori. “Paghiamo la stagnazione dei proventi tv del campionato e la quasi totale assenza di stadi di proprietà. L’interesse per il calcio italiano, tuttavia, resta alto.”
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Così come nel gioco moderno sono fondamentali equilibrio e strategia per ottenere risultati sul campo, anche la gestione finanziaria rappresenta oggi un elemento cruciale per la competitività dei club a lungo termine, con modelli di business sostenibili che stanno ridisegnando gli equilibri di potere nel calcio europeo.
Volgendo lo sguardo al futuro, Sartori fa una previsione significativa: “Nel 2026 l’Inter diventerà la prima italiana per valore d’impresa, grazie ai ricavi della Champions e al Mondiale per club”. Il sorpasso, insomma, sembra destinato a continuare.